Gente in viaggio

Questa raccolta di quattordici racconti, dove la facoltà di "ascolto" di Strati, la sua felicità di osservatore dal vero sperimenta anche, con successo, misure ampie e articolate, rappresenta il frutto, quasi una "summa" del lavoro che Saverio Strati ha affiancato ai romanzi tra il '53 e il '64. La compiuta maturità stilistica dello scrittore, ancora una volta radicato al tema della sua terra, la Calabria con la sua povera gente in lotta per il cibo e le vesti, ci offre non il ritratto di una società e nemmeno di una vita sociale, ma qualcosa di più: la rappresentazione mobile, variegata, insieme innamorata e crudele di una condizione sociale che aspira alla vita civile ed è continuamente ricacciata ai suoi remoti, primitivi punti di partenza dal bisogno, dalla pura lotta per vivere. In apparenza screziato e rudimentale, il linguaggio di Strati coglie in questo universo di pena, lasciandoli emergere in tutta la loro viva confusione, insieme fermenti di rivolta e torpide angosce, vaghe aspirazioni al riscatto e inani sogni, scontrose rivalse. O talvolta lo scrittore si libera in festose variazioni: come nel perfetto "Gente in viaggio", storia di una traversata dello stretto di Messina che è pretesto a un eccitato intrecciarsi di persone e di cose: un pezzo d'arte che nella sua sottile invenzione verbale, nel fraseggio e nel colore, sembra rivaleggiare coi risultati del più ilare ed elegante Vittorini.